Il completamento di una revisione statutaria a favore di una maggior trasparenza e l’avvio di due distinti presidi nella gestione finanziaria, con la recente attribuzione degli incarichi di risk management e investment advisor, nonché la conseguente definizione di una nuova Asset Allocation Strategica con la successiva realizzazione di nuovi investimenti, sono le attuali attività su cui si sta concentrando la Fondazione FASC, come spiega a MondoInvestor Enore Facchini, eletto Presidente dell’Ente la scorsa estate. Facchini racconta, inoltre, come è stato affrontato dalla Cassa di previdenza l’ultimo anno contraddistinto dalla pandemia di Covid19 e quali impatti ha avuto e sta avendo sui conti dell’Ente.
Vista la sua recente nomina al vertice dell’Ente, quali priorità sta ponendo in testa alla sua presidenza?
La Fondazione, che gode di una lunga e fortunata storia, pone tra i suoi valori una continuità ideale e programmatica con un must su tutto: la conservazione e la tutela del patrimonio nell’esclusivo interesse dei quasi 50 mila associati. Con queste premesse, l’obiettivo che ho proposto come prioritario è quello di un aggiornamento delle logiche e delle pratiche gestionali e dei processi decisionali, accompagnati da una sempre maggiore professionalità nei nostri processi operativi.
Siamo alle prese con la revisione di due importanti sovrastrutture. La prima è il completamento di una revisione statutaria che mira, fra le altre cose, a dare alla Fondazione una più chiara indicazione degli obiettivi e degli obblighi normativi, a favore di una assoluta trasparenza gestionale a beneficio e nell’interesse degli associati, con particolare riguardo ai risultati della gestione finanziaria e della possibilità di una loro articolazione nel tempo. La seconda riguarda il processo di investimento e l’attività gestionale. La Fondazione ha deciso di dotarsi di due distinti presidi per la gestione finanziaria. Da una parte un risk manager, che aiuti nell’individuazione dell’Asset Allocation Strategica e nella gestione del rischio del portafoglio; dall’altra un advisor finanziario, che ci supporti nel processo di convergenza e nella selezione degli investimenti. Un altro obiettivo è quello della valorizzazione delle risorse interne della Fondazione e della controllata FASC Immobiliare. Esistono delle professionalità che meritano di essere valorizzate per le loro capacità e per il forte senso di appartenenza verso l’Ente.
A fine settembre 2020 avete avviato proprio le selezioni per l’affidamento dei servizi di risk management e di investment advisor. Come si sono concluse?
Le due procedure si sono chiuse a novembre 2020 e il servizio di risk management è stato affidato a Mangusta Risk mentre il servizio di investment advisory è stato affidato a Prometeia. I contratti sono stati firmati a dicembre e da gennaio sono attivi. Siamo confidenti che la distinzione delle due funzioni, oltre ad essere una previsione della normativa europea ed italiana a vantaggio della correttezza e della trasparenza gestionale, ci consenta di realizzare una migliore efficienza gestionale.
Sul fronte degli investimenti, poi, quali sono le principali allocazioni che avete realizzato nel 2020?
Il 2020 è stato un anno in cui la Fondazione ha avvertito un momento di forte incertezza e gli investimenti fatti sono stati minimi e hanno rappresentato esclusivamente dei riposizionamenti del portafoglio. È stata invece confermata la volontà della Fondazione di investire nelle azioni di Banca d’Italia, con un ulteriore acquisto di quote azionarie, portando così la partecipazione a un valore di 50 milioni di euro, ed è stata rinnovata una polizza assicurativa a capitale garantito.
Cosa prevede invece il vostro piano investimenti per il 2021? Aumenterete la diversificazione puntando su economia reale e private market?
Al momento, con il supporto di Mangusta Risk, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione sta provvedendo a definire un’Asset Allocation Strategica in sintonia con i propri obiettivi. Nei prossimi mesi inizierà poi una fase di investimenti e, comunque, di graduale convergenza dal portafoglio attuale a quello indicato dalla nuova AAS. Stante, come postulato, che la più ampia diversificazione degli investimenti del patrimonio è alla base di un contenimento dei rischi e di un miglior bilanciamento dei risultati attesi, abbiamo certamente un interesse per gli investimenti nei mercati privati e nell’economia reale che, molto probabilmente, per loro natura difficilmente si concretizzeranno nel 2021. Nel corso di quest’anno scadono invece i mandati di gestione e sarà quindi necessario fare analisi e valutazioni che consentano di prendere una decisione per un loro rinnovo o la loro sostituzione (si segnala che in luglio 2021 l'Ente ha realizzato una selezione di tre gestori bilanciati globali flessibili, ndr).
L'intervista integrale è stata pubblicata su MondoInvestor nr. 206 di marzo 2021.
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