Fopen (Fondo Pensione Dipendenti del Gruppo Enel) ha introdotto alcune importanti novità. Nello scorso settembre, infatti, il Fondo ha aderito al progetto Economia Reale promosso da CDP e Assofondipensione. Come spiegano a MondoInvestor Marco Lega e Ramona Libertucci, rispettivamente, Direttore Generale e Responsabile della Funzione Finanza di Fopen, il Fondo non è nuovo ad allocazioni in private market, che stavolta è stato effettuato attraverso la modalità diretta. Nel mese di ottobre, inoltre, Fopen ha anche approvato la propria Politica di Sostenibilità che costituisce un primo passo verso un impegno sempre maggiore nell’integrazione dei criteri ESG negli investimenti.
Nelle scorse settimane avete introdotto un’importante novità nella gestione finanziaria del vostro Fondo ovvero la modalità di gestione diretta delle risorse. Innanzitutto, come mai avete di deciso di dotarvi anche di questa opzione?
Lega: In effetti Fopen ha sottoscritto il Fondo di Fondi Private Equity Italia di Fondo Italiano d’Investimento Sgr con una quota pari a 22 milioni di euro. Le motivazioni alla base dell’operazione sono molteplici: lo strumento del fondo di fondi garantisce un’ottima diversificazione degli impieghi, incrementa l’esposizione al mercato italiano caratterizzato da interessantissime opportunità ma non molto ampio e permette di accedere a FIA altrimenti difficilmente raggiungibili, attraverso le competenze e la rete di contatti del gestore FII. Inoltre Fopen, ha sempre seguito l’evoluzione dell’iniziativa giudicandola con favore, dato il suo carattere “istituzionale” e di supporto all’economia italiana in quanto potrebbe fungere da volano per lo sviluppo dello specifico mercato e “preparare il terreno” per future opportunità di investimento. Infine va evidenziato che tale modalità d’investimento sta consentendo a Fopen di crescere ulteriormente in termini di competenze dato che il livello di responsabilità si “alza” sia per gli organi decisionali sia per le funzioni più operative.
In particolare, come si è concretizzata l’introduzione di questa possibilità? Quali investimenti in FIA avete già realizzato e perché tale scelta?
Lega: Nel corso del 2020, il Fondo ha deliberato la nuova politica d’investimento e, in particolare, l’asset allocation strategica, prevedendo di allineare (nel tempo) l’investimento sui mercati privati a quello medio che abbiamo osservato tra gli investitori previdenziali europei, circa il 15% del patrimonio. Il primo effetto è stato quello di diversificare gli investimenti della parte obbligazionaria aprendo al private debt, mentre il secondo è stato quello di aggiornare gli impegni del private equity e portarli in linea alla percentuale stabilità del 5%. A tale proposito, visto che l’ammontare a disposizione non era sufficiente a promuovere un altro mandato di gestione, il Fondo ha guardato con favore al progetto Economia reale. Attualmente ci risulta che il Fondo di Fondi PE ha investito in 10 diversi Fia di private equity attivi in vari settori industriali italiani e, in particolare, in beni di consumo, industriali e biomedicale/farmaceutico.
Nelle ultime settimane il vostro Fondo si è anche dotato della propria Politica di Sostenibilità. Cosa prevede? In che modo avete deciso di integrare i fattori ESG nella politica d’investimento?
Libertucci: A seguito delle disposizioni del Decreto nr. 252/2005 in attuazione delle previsioni contenute nella Direttiva 2016/2341 (IORP II), Fopen si è dotato di una propria Politica di Sostenibilità le cui linee guida prevedono l’esclusione dall’universo investibile delle aziende coinvolte in alcuni settori ritenuti maggiormente controversi (inclusi in una sorta di black list di fattori) come, ad esempio, le armi non convenzionali, l’utilizzo del carbone termico e la violazione dei principi della Global Compact delle Nazioni Unite. Al fine di presidiare l’eventuale esposizione del Fondo anche ad altri settori controversi (come ad esempio tabacco, alcol, gioco d’azzardo, etc.), Fopen ha individuato inoltre un’ulteriore lista di fattori su cui effettua un monitoraggio nel continuo in base a una soglia di tolleranza predeterminata.
In particolare, nel commentare l’adozione della politica di sostenibilità, avete affermato che si tratta del “primo passo di un percorso che impegnerà il Fondo verso l’adozione progressiva di criteri ESG sempre più stringenti”. Verso quale direzione andrete e quali saranno i prossimi passaggi?
Libertucci: Ad oggi Fopen nel redigere la propria Politica di Sostenibilità ha tenuto in considerazione l’attuale struttura dei mandati di gestione in vigore per i quali originariamente (nel 2018) non era stato previsto alcun riferimento al tema della sostenibilità.
A riguardo, pertanto, al fine di non stravolgere la natura dei mandati ed evitare un eventuale impatto anche a livello commissionale, tenuto anche conto del fatto che la maggior parte dei gestori finanziari include già criteri ESG nelle decisioni di investimento (secondo specifiche policy scelte dagli stessi), il Fondo ha ritenuto maggiormente utile introdurre gradualmente l’integrazione dei fattori e tematiche ESG, prevedendo al momento il semplice criterio di esclusione come descritto in precedenza. Tuttavia, per il futuro, Fopen prevede sicuramente di proseguire con ulteriori analisi in occasione della prossima revisione della propria asset allocation e di procedere alla selezione e valutazione dei gestori finanziari anche secondo standard di sostenibilità (già dal momento della gara) nonché valutare l’opportunità di diventare sottoscrittore dei PRI.
L'intervista integrale è stata pubblicata su MondoInvestor nr. 214 di dicembre 2021.
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