La nuova Politica d'Investimento del Vaticano
Al via da settembre, intende garantire che gli investimenti "siano allineati con gli insegnamenti della Chiesa"
20/07/2022
Redazione MondoInstitutional
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Dal primo settembre prossimo entrerà in vigore una nuova politica unitaria per gli investimenti finanziari della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, che saranno disciplinati da una Politica di Investimento. È quanto rende noto la Segreteria per l’Economia (SPE) in un comunicato. La Santa Sede spiega che il documento, discusso nel Consiglio per l’Economia e con specialisti del settore, è stato indirizzato ai Capi Dicastero della Curia e ai responsabili delle istituzioni e enti collegati alla Santa Sede dal Prefetto della Segreteria per l’Economia, padre Juan Antonio Guerrero Alves.
Scrive la Segreteria per l'Economia: "La nuova Politica di Investimento intende far sì che gli investimenti siano mirati a contribuire ad un mondo più giusto e sostenibile; tutelino il valore reale del patrimonio netto della Santa Sede, generando un rendimento sufficiente a contribuire in modo sostenibile al finanziamento delle sue attività; siano allineati con gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, con specifiche esclusioni di investimenti finanziari che ne contraddicano i principi fondamentali, come la santità della vita o la dignità dell’essere umano o il bene comune". Per tale ragione, prosegue il comunicato, è importante che tali investimenti “siano finalizzati ad attività finanziarie di natura produttiva, escludendo quelle di natura speculativa, e soprattutto siano guidati dal principio che la scelta di investire in un luogo piuttosto che in un altro, in un settore produttivo piuttosto che in un altro, è sempre una scelta morale e culturale”.
La SPE precisa poi che la Politica è stata approvata ad experimentum per 5 anni ed entrerà in vigore il prossimo 1° settembre, con un periodo di moratoria per adeguarsi ai criteri proposti. Il comunicato spiega anche le modalità con cui si avvierà la nuova Politica di Investimento: “Le istituzioni curiali dovranno affidare i loro investimenti finanziari all’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, ndr), trasferendo la propria liquidità da investire, oppure i propri titoli depositati presso banche estere o presso lo stesso IOR, al conto dell’APSA predisposto allo IOR per questa finalità. L’APSA in quanto istituzione che amministra il patrimonio della Santa Sede, istituirà un unico fondo per la Santa Sede in cui confluiranno gli investimenti nei diversi strumenti finanziari e disporrà di un conto per ogni istituzione, elaborando il reporting e pagando i rendimenti”.
La Santa Sede sottolinea poi il ruolo cruciale del nuovo Comitato per gli Investimenti, istituito con la nuova Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium. Esso "svolgerà, tramite l’APSA, le adeguate consultazioni volte ad implementare la strategia di investimento e valuterà l’adeguatezza delle scelte, con particolare attenzione alla conformità degli investimenti effettuati ai principi della dottrina sociale della Chiesa, nonché ai parametri di rendimento e di rischio secondo la Politica di Investimento”, si legge ancora nella nota pubblicata dalla Sala Stampa vaticana.
La Segreteria per l’Economia ha reso pubblico anche lo Statuto del Comitato per gli Investimenti al quale spetta la definizione  delle strategie di investimento e l’effettiva attuazione. In conformità con la Politica d’Investimento, lo Statuto stabilisce che il Comitato elabori e aggiorni i mandati che l’APSA deve indicare ai portfolio manager. Il controllo interno dell’attività del Comitato è affidato ad un compliance officer nominato dal Prefetto della Segreteria per l’Economia: questa figura garantisce la trasparenza e il buon funzionamento del Comitato così come assicura l’assenza di conflitti d’interessi e controlla la corretta gestione dei rischi. La Segreteria per l’Economia sarà competente per il controllo e la vigilanza sull’attività del Comitato, che presenterà un rapporto annuale sulla sua attività al Consiglio per l’Economia.

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