“L’investimento nei private asset offre occasione per diversificare il rischio, decorrelare gli andamenti della gestione finanziaria e contribuire alla ripresa economica italiana”. Giovanni Maggi, Presidente di Assofondipensione, spiega a MondoInvestor i motivi che hanno spinto l’Associazione a lanciare il suo terzo fondo di fondi in partnership con CDP, con focus sulle infrastrutture, che partirà a gennaio 2023.
Innanzitutto, quali ragioni vi hanno spinto a lanciare il vostro terzo fondo di fondi in partnership con Cassa Depositi e Prestiti, con focus sulle infrastrutture? Che target di raccolta è stato fissato?
Il nostro Paese è di fronte a importanti sfide che comportano un profondo cambiamento sociale, economico e finanziario: la transizione demografica da una parte e la transizione ecologica ed energetica dall’altra, legata agli investimenti ESG, sostenuti dall’UE, dall’Agenda 2030 dell’ONU e dalle recenti normative del Next Generation EU. Queste grandi transizioni stanno modificando gli orientamenti degli investitori istituzionali che, nella gestione dei loro patrimoni, oltre ai più tradizionali investimenti core, intendono potenziare gli investimenti nei settori del welfare e dell’economia reale. Dopo gli investimenti in private equity e private debt, quindi, ci è sembrato necessario sviluppare anche l’operazione di sistema con la CDP per gli investimenti nelle infrastrutture, ai fini di un approccio in termini di rischio contenuto e di coinvolgimento dei territori e di settori infrastrutturali strategici. L’irrobustimento degli investimenti nelle infrastrutture è pure un tema fortemente correlato al progetto PNRR, che prevede il 13% circa di investimento delle risorse europee nelle infrastrutture per una mobilità sostenibile. Il Fondo Infrastrutture partirà a gennaio 2023 e il target di raccolta è fissato in 300 milioni di euro.
Che contributo possono fornire iniziative come questa allo sviluppo dell’economia reale?
L’investimento nei private asset, sempre nel rispetto del principio di prudenza, promosso anche dal PNRR, offre occasione per diversificare il rischio e decorrelare gli andamenti della gestione finanziaria e per contribuire alla ripresa economica italiana e lanciare un messaggio di fiducia nella capacità di resilienza delle nostre imprese e nelle possibilità di rilancio del Paese.
Gli investitori istituzionali hanno manifestato, negli ultimi anni, un interesse crescente verso gli investimenti alternativi. Quali sono i motivi per cui ritenete cruciale puntare, in particolare, sull’asset class infrastrutturale?
Negli ultimi anni, i Fondi pensione negoziali hanno incrementato la quota di investimenti, nell’ottica della diversificazione di portafoglio, in strumenti alternativi, per assicurarsi un migliore rendimento a rischi più contenuti. I fondi hanno ora una buona occasione di investire nei settori delle infrastrutture, della transizione ecologica, in quella del digitale nonché nel settore della salute, affrontando in quest’ultimo caso anche il tema del progressivo invecchiamento della popolazione e la frontiera della silver economy.
All’interno del vasto panorama delle infrastrutture, quali sono le particolari tipologie di asset su cui si concentrerà il fondo?
Esistono grandi opportunità di consolidamento in numerosi settori, che vanno dalla gestione dei rifiuti alla gestione delle infrastrutture dei trasporti, alla gestione delle risorse idriche, alla sanità che richiedono interventi di standardizzazione delle reti e dei sistemi informativi.
La collaborazione tra Assofondipensione e CDP ha già portato al lancio di due veicoli, uno dedicato al private equity e uno al private debt. Siete soddisfatti dei risultati di questi due progetti? Avete in programma ulteriori iniziative relative ad altre asset class nei prossimi mesi?
Nell’ambito del “Progetto Economia reale” avviato con CDP e FII, sono stati raccolti 460 milioni di euro con il fondo di fondi di private equity e 340 con quello di private debt e hanno aderito circa 16 Fondi pensione negoziali. Siamo soddisfatti e ci auguriamo che altri Fondi si aggiungano prima del closing di dicembre 2022 per il primo fondo e marzo 2023 per il secondo. Si tratta, indubbiamente, di una iniziativa virtuosa in cui la CDP coinveste con i Fondi pensione a beneficio del sistema Paese.
L'intervista integrale è stata pubblicata su MondoInvestor nr. 224 di novembre 2022.
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