L’incertezza rimane il tema dominante per i fund selector professionali nel 2024, con l’escalation delle tensioni globali, basse aspettative di crescita economica e un contesto di tassi di interesse più elevati ad influenzare il sentiment. I risultati del sondaggio di Natixis IM mostrano il complesso ambiente di mercato con cui si confrontano i fund selector nel 2024, che li ha portati a ridurre le aspettative di ritorno a lungo termine di quasi il 28% rispetto all’anno scorso (dall’8,8% al 6,3%).
Nel dettaglio, Natixis IM ha intervistato 500 professionisti del settore in 26 Paesi che gestiscono un totale di 34,8 trilioni di dollari per pensioni pubbliche e private, assicuratori, fondazioni, enti di dotazione e fondi sovrani. I risultati rivelano che lo spettro di una crescita più lenta mette la recessione in cima alla lista delle loro preoccupazioni (52%), seguita dalla minaccia di guerra e terrorismo (50%) e da un errore di politica delle Banche Centrali (36%). Tuttavia, mentre la maggior parte (56%) rimane ottimista riguardo alle performance del mercato di quest’anno, le loro prospettive sono smorzate da un alto grado di incertezza e da una dose di rischio imprevedibile.
La maggior parte dei fund selector (69%) ritiene che le valutazioni non riflettano ancora i fondamentali delle aziende, e il 65% si aspetta la volatilità del mercato azionario sia ancora maggiore quest’anno rispetto al 2023. Tuttavia, mentre il 62% crede che l’economia del proprio Paese sperimenterà uno scenario un soft landing, più della metà (60%) vede un rischio maggiore provenire dalla stagflazione, con timori al riguardo maggiori in Asia (79%), EMEA (66%) e Regno Unito (58%). I fund selector non stanno apportando cambiamenti radicali alla strategia d’investimento al fine di sostenere i propri portafogli. Al contrario, stanno effettuando dei tilt tattici all’interno delle asset class, per preparare meglio i clienti ad un nuovo contesto.
Nei mercati emergenti continuano a esserci
opportunità, nonostante il rallentamento della Cina
Con l’aumentare delle preoccupazioni per la crescita globale, anche i timori di una recessione incidono sul sentiment nei mercati emergenti. Dopo aver assistito all’impatto positivo che la Cina ha avuto sui mercati emergenti e in generale sull’economia globale nel corso dell’ultimo decennio, il sentiment è cambiato, con il 64% dei fund selector che ritiene che le difficoltà economiche di Pechino continueranno nel 2024. Tuttavia, restano opportunità di investimento, con alcuni che guardano ai mercati emergenti come un’opportunità per il value. Il 35% ritiene che le valutazioni degli asset più convenienti siano un aspetto chiave da considerare per gli investimenti nei mercati emergenti e otto su dieci hanno ancora intenzione di aumentare (35%) o mantenere (46%) le loro allocazioni in azioni emergenti. Per quanto riguarda le migliori opportunità percepite, il 48% pone l’Asia ex Cina in cima alle loro prospettive di investimento. Al di fuori dell’Asia, i fund selector indicano che l’Europa Orientale e l’America Latina (entrambe al 36%) presenteranno le migliori opportunità nel 2024. La Cina (15%) si trova in fondo alla lista di preferenze per l’anno in corso.
Gli asset privati e i bond al centro delle allocazioni
In linea con un outlook che anticipa tagli ai tassi, quasi due terzi (66%) degli intervistati da Natixis IM si mostrano ottimisti sui bond quest’anno, con prospettive particolarmente allettanti per coloro che si trovano in EMEA (70%) e nel Regno Unito (66%). A livello globale, il 62% prevede che i portafogli obbligazionari a lunga duration avranno rendimenti migliori rispetto a quelli a breve scadenza nel 2024, ma capire quando allungare la duration è una decisione nuova per i fund selector. Quasi un quarto (24%) afferma di aver già esteso la duration, e coloro che non lo hanno fatto stanno apparentemente aspettando che i tassi raggiungano un range compreso tra il 5,01% e il 5,5% (35%). Oltre ai bond, gli asset privati continuano a essere un tema focale nei piani di allocazione, con i fund selector ottimisti sia per il private equity (55%) sia per il private debt (57%). Del 79% degli intervistati che investe in private equity, l’88% prevede di mantenere (49%) o aumentare (39%) le proprie esposizioni. Infatti, come responsabili della valutazione degli investimenti per le piattaforme di wealth management, i fund selector affermano che i clienti desiderano più asset privati (51%), con sei su dieci che segnalano come stia diventando più facile soddisfare tale domanda grazie a veicoli più adatti al mercato retail che li aiutano a migliorare la diversificazione.
I vantaggi dell’Intelligenza Artificiale
Anche se l’incertezza domina i loro outlook macro e di mercato, i fund selector sondati da Natixis IM si sentono più fiduciosi riguardo al settore tecnologico, che è stato uno dei principali motori di rendimento di mercato durante la pandemia e la successiva ripresa. Tuttavia, è l’Intelligenza Artificiale a guidare l’outlook per il 2024, con il 47% dei fund selector a credere rappresenti un’opportunità maggiore rispetto a Internet.Oltre a investire semplicemente in aziende con esposizione all’IA, i fund selector vedono vantaggi diretti nell’applicare la tecnologia ai loro processi interni. Quasi tre quarti (73%) credono che l’uso dell’IA li aiuterà a sbloccare opportunità che prima non erano chiaramente visibili, mentre un altro 64% pensa che la tecnologia li aiuterà a scoprire rischi nascosti. I tassi di adozione sono già elevati tra i fund selector, con più della metà (51%) che utilizza già l’IA per supportare le proprie analisi.
La gestione attiva
Nel corso dell’ultimo decennio, i gestori patrimoniali hanno lavorato intensamente per trovare il giusto equilibrio tra investimenti attivi e passivi, con i fund selector che hanno allocato il 64% degli asset in investimenti attivi e il 36% in passivi. Tuttavia, il 50% dei selezionatori intervistati attribuisce la recente sovraperformance degli investimenti passivi alle policy delle Banche Centrali, dieci anni di tassi di interesse artificialmente bassi e un’inflazione pressoché assente. Con il mutare dello scenario, quasi sei selezionatori su dieci (58%) riconoscono che nel 2023 gli investimenti attivi sulle loro piattaforme hanno superato i passivi. Con i tassi che sembrano destinati a rimanere alti per un periodo prolungato, il 68% dei fund selector afferma ora che i mercati favoriscono i gestori attivi, e dato un contesto incerto, il 75% crede che gli investimenti attivi saranno essenziali per trovare alpha nel 2024.
“È evidente che i fund selector si aspettino che il panorama degli investimenti del 2024 sia tutt’altro che “normale” e le sfide imminenti siano collegate a tendenze macroeconomiche e di mercato in continua evoluzione come l’andamento dei tassi di interesse, il rapido impatto dell’IA e la possibilità di una ripresa dei mercati emergenti", ha affermato Marco Barindelli, Responsabile per l’Italia di Natixis IM. "In questo contesto, i fund selector stanno preparando prodotti e strategie d’investimento che aiutino i clienti in un anno che potrebbe essere volatile tanto quanto il 2023. Fronte azionario, i fund selector contano sulle large cap per superare quello che potrebbe essere un anno turbolento e stanno allungando la duration sui bond per capitalizzare sull’attuale contesto dei tassi. I private asset e la gestione attiva stanno anche emergendo sempre più, nella loro continua ricerca di protezione dei portafogli a fronte di un anno che potrebbe essere complicato”, ha concluso Barindelli.
La 2024 Natixis Global Fund Selector Outlook Survey è disponibile cliccando qui.
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