"Possibile valutare una tassazione agevolata anche per le Casse"
Le parole di Giancarlo Giorgetti (Mef) in audizione, nei giorni scorsi, presso la Commissione Bicamerale di Controllo
29/11/2024
Redazione MondoInstitutional
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Gli Enti di previdenza privati abbiano piena autonomia gestionale del proprio patrimonio immobiliare e mobiliare ai fini del raggiungimento dell’equilibrio economico/finanziario” e “questo sia indirizzato verso il contenimento il rischio e  la tutela degli interessi previdenziali e assistenziali degli iscritti, assicurando così la sostenibilità finanziaria delle prestazioni istituzionali”. A dirlo è stato Giancarlo Giorgetti, Ministro dell'Economia e delle Finanze (Mef), nei giorni scorsi in audizione presso la Commissione Bicamerale di Controllo sull'Attività degli Enti Gestori di Forme Obbligatorie di Previdenza e Assistenza Sociale.
Secondo quanto riportato sul sito web dell'AdEPP (Associazione degli Enti Previdenziali Privati), Giorgetti ha evidenziato come le prestazioni previdenziali, dovute per la natura obbligatoria della contribuzione degli aderenti, “comportano una sorta di garanzia a carico del bilancio dello Stato. Questo perché, per espressa previsione di legge, tali prestazioni non beneficiano di finanziamenti pubblici o di altri ausili finanziari di carattere pubblico”. Per questo “gli Enti previdenziali hanno più volte richiesto l’esclusione dal conto consolidato delle amministrazioni pubbliche, hanno più volte richiesto l’esclusione dal conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche. Tuttavia, l’Istat, applicando i criteri di classificazione adottati da Eurostat che tengono conto anche dell’esercizio di un potere di direzione e controllo da parte dello Stato o di altri enti pubblici, ha costantemente ritenuto la richiesta priva di fondamento”, ha detto il Ministro, che ha poi evidenziato come “gli Enti di previdenza e i Fondi pensione gestiscono una parte importante del risparmio italiano, un asset da tutelare e utilizzare per lo sviluppo complessivo del Sistema Paese".
Giorgietti ha anche ricordato che sono già previsti incentivi agli investimenti nell’economia reale. “La disposizione prevista dall’articolo 1, commi da 88 e 95-quater della legge 11 dicembre 2016, n. 232, prevede un’esenzione dei redditi in natura finanziaria derivante da determinati investimenti qualificati che tali soggetti possono effettuare nel limite del 10% dell’attivo patrimoniale risultante dall’ultimo rendiconto. Nell’ambito italiano, le Casse previdenziali e i Fondi pensioni possono altresì investire nei piani di risparmio a lungo termine, i cosiddetti PIR”.
Sebbene l’impiego delle risorse di Enti e fondi nel sistema Italia sia nel complesso positivo, il Ministro ha dichiarato che “non si può negare l’esistenza di spazi di miglioramento. In tale contesto va considerata anche l’attuazione della Legge delega di riforma fiscale (legge 111/2023), nell’ambito della quale si potrebbe valutare l’introduzione di una imposizione sostitutiva agevolata anche per quegli Enti previdenziali, ad esempio pari a quella prevista per i rendimenti del Fondo pensione attualmente al 20%”, ha detto Giorgetti, aggiungendo: “Si potrebbe inoltre valutare un intervento per trattare in maniera diversa chi investe in capitali pazienti nel Sistema Paese”.
Secondo quanto riportato da AdePP, poi, il Ministro ha evidenziato che gli Enti previdenziali che assicurano il trattamento pensionistico di primo pilastro sono stati oggetto di diversi interventi normativi finalizzati sia a garantire la sostenibilità finanziaria sia a rafforzare la vigilanza sulle loro gestioni. Giorgetti ha anche ricordato, a tal proposito, l’articolo 14, comma 3 che ha previsto l’emanazione da parte del Mef, in concerto con il Ministero del Lavoro e sentita la Covip, di un Decreto in materia di investimento delle risorse finanziarie degli Enti previdenziali, dei conflitti di interesse e di soggetto depositario per coniugare l’autonomia degli Enti previdenziali e la loro natura di soggetti privati con le esigenze di un’attività di indirizzo e controllo pubblico derivanti dalle funzioni istituzionali. Tale disposizione è stata successivamente modificata dall’articolo 1, 4 comma 311 della Legge di bilancio 2023, stabilendo che le disposizioni del Decreto costituiscono linee guida che gli Enti previdenziali sono tenuti a recepire nei propri regolamenti da sottoporre all’approvazione dei Ministri dell’economia e del lavoro. “Lo schema di decreto (il cui invio al Consiglio di Stato è imminente) intende orientare l’attività di investimento verso un’adeguata strategia di diversificazione del patrimonio”, ha affermato Giorgietti, spiegando come le strategie d’investimento dovranno inoltre privilegiare strumenti negoziati nei mercati regolamentati; investimenti in beni diversi, ad esempio immobiliari, saranno ammessi purché coerenti con la politica d’investimento dell’Ente e indicati nei piani triennali d’investimento del patrimonio immobiliare sottoposti ai Ministeri vigilanti. La tutela degli interessi degli aderenti e dei beneficiari delle prestazioni pensionistiche rappresenterà un aspetto centrale della nuova disciplina, che introdurrà disposizioni sia in materia d’incompatibilità sia nella gestione dei conflitti d’interesse. Come spiegato al Ministro, il rispetto della trasparenza sarà assicurato da specifici obblighi di referto e pubblicazione secondo una logica d’accountability basata sul controllo diffuso da parte degli iscritti e dei beneficiari delle prestazioni.

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